OGNI MALEDETTA DOMENICA

A scuola ci facevano studiare “Il sabato del villaggio”.

Era facile capirne il senso in quella età spensierata: l’attesa del piacere è essa stessa il piacere, avrebbe detto qualcun altro.

Per noi bambini era semplicemente vero che il sabato era più bello della domenica, perché avevamo la visuale di un giorno senza scuola in più.

Poi si cresce, si va al lavoro, si odia quello che si fa e si aspetta ancora che la settimana finisca presto. Però la domenica non è più così attraente.

Da quando non ci sei più, i miei dì di festa li passo da solo e mi fanno paura.

Aspetto i fine settimana e li temo.

Vivo in costante disequilibrio, aspettando quello che non vorrei arrivasse mai.

Sono domeniche tristi, come quella in cui ti ho perduta.

Mi manchi, ma oggi non mi va di venire a piangere sulla tua tomba.

È pur sempre domenica.

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