CRISI DI IDENTITA'

Tornando a casa, vengo assalito dal mio vicino.

Chi è lei? Perché sta armeggiando alla porta del Benucci?”

Scuoto la testa, pensando che abbia ancora ceduto a un suo vecchio vizio e entro.

Appena sono dentro, il cane mi abbaia: neanche lui mi riconosce.

Esco, smarrito e vado da mia madre.

Le suono il campanello, si affaccia alla finestra e mi apostrofa: “Guardi, non abbiamo bisogno niente…” e richiude le persiane.

Per la strada tutti mi guardano come se fossi un alieno.

Gente del quartiere, che incontro ogni giorno da una vita.

Anche il postino si rifiuta di darmi una bolletta in mano e va a metterla dentro la cassetta della posta.

Mi presento da lei.

Mi vede.

Mi squadra e lo sguardo che incontro mi fa comprendere che sto vivendo un incubo.

Ho capito finalmente tutto: la prossima volta col cavolo che mi ossigeno i capelli.

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